Mal di schiena: troppi interventi inutili”.
Grazie alla CBP è possibile ridurli.
Grazie alla Chiropratica Biofisica (CBP), conosciuta anche come Chiropratica Correttiva Avanzata, è possibile prevenire problemi alla schiena anche gravi, che potrebbero altrimenti dover comportare il ricorso all’intervento chirurgico.
Queste moderne tecniche, utilizzate presso lo Studio Chiropratico Schultz di Campobasso, aiutano i pazienti non solo a riprendersi dal dolore e dalla disabilità, ma anche a sperimentare benefici a lungo termine e, inoltre, possono dare modo a molti pazienti di evitare l’eventualità dell’intervento chirurgico.
E’ proprio di questi giorni, a tal proposito, la notizia secondo cui in Italia, negli ultimi anni, si è assistito a una vera e propria escalation degli interventi chirurgici alla schiena. Secondo i numeri mostrati da Dataroom a febbraio 2018 (e riferiti al 2016) in pochi anni gli interventi alla schiena, in cui le vertebre del tratto lombare vengono inchiodate con viti e placche, sono aumentati del 107% nelle strutture private e del 4% negli ospedali pubblici.
L’intervento in questione si chiama artrodesi, la soluzione estrema, il rimedio cui la medicina dovrebbe ricorrere quando falliscono le altre cure, ma che risulta invece eseguita molto di frequente nelle strutture della sanità privata.
L’incremento, avvenuto a partire dal 2009, coincide con l’entrata in vigore delle nuove tariffe di rimborso: fino a 19.700 euro per ogni intervento. Così in pochi anni nel privato si è passati da 7.870 interventi a 16.289, mentre nel pubblico il trend è rimasto costante. E negli ultimi 2 anni, secondo i dati del Ministero della Salute, si continua a crescere: più 21% di artrodesi nel privato contro il 9% del pubblico. La regione dove l’artrodesi sembra maggiormente praticata è la Lombardia: 7.363 gli interventi eseguiti nel 2018, di cui 5.035 nelle strutture private.
Dopo una approfondita analisi dei dati, la Lombardia ha così deciso di tagliare i rimborsi. Per la prima volta in Italia si riconosce dunque il principio secondo cui la convenienza delle tariffe può spingere a eseguire artrodesi anche laddove non siano strettamente necessarie. Di qui il provvedimento contenuto nelle «Regole di Sistema 2019»: dal 1° agosto 2019 per le patologie della colonna vertebrale, quali discopatie, sindromi dolorose lombari, processi degenerativi artrosici e comunque in tutti quei casi in cui il paziente può beneficiare di trattamenti diversi dalla artrodesi, le tariffe di rimborso sono equiparate a quelle delle procedure meno invasive.
Il risultato atteso? Minori costi per il servizio sanitario e minor rischio per i pazienti di venir sottoposti a interventi invasivi quando non necessari e pure in giovane età. Nel resto d’Italia, intanto, il business del mal di schiena prosegue. Se nel 2016 si eseguivano 56 artrodesi su 100 interventi, oggi la percentuale è salita al 59%. Nel Lazio su 3.145 artrodesi, 2.230 sono eseguiti in strutture private, in Toscana 2.456 su 3.642, in Emilia Romagna 2.354 su 4.075, in Abruzzo 419 su 566 artrodesi (74%). Il primario di Neurochirurgia dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, Claudio Bernucci, l’estate scorsa ha denunciato in un post su Linkedin: «Davvero i pazienti hanno bisogno così spesso di artrodesi? Se qualcuno ha la risposta, per favore ci dia delle fonti. Altrimenti, gran parte di questi approcci sono soltanto overtreatment (
Se vuoi conoscere più da vicino i benefici che la Chiropratica Biofisica può offrirti contattata lo Studio Chiropratico Schultz.